L’ultimo mese mi ha visto molto concentrata sui temi valoriali: quanto e come valuto me stessa e quanto e come la fiducia che ho in me impatta sulla mia vita lavorativa, creativa, sentimentale.
Al tema della fiducia sono collegati quelli della paura e del giudizio. Sono temi che sicuramente hanno caratterizzato la mia vita (come forse quella di tutti) ma mi sembra interessante siano stati particolarmente illuminati in questo periodo di luce viva, tagliente, accecante, nella stagione che va dalla luna nuova in Cancro, che spingeva a ripiegarsi su se stessi, guardarsi dentro, e la luna nuova in Leone - oggi. Tutta la luce è del Sole, la luna è buia, e il Leone riluce doppiamente: la sua criniera splende tra i campi spogli di spighe e pronti all’aratura. Siamo nel cuore del periodo più caldo dell'anno, anche se le giornate hanno preso ad accorciarsi, un seme di buio inizia a radicare.
Il lavoro lentamente si ferma o quasi per tutti, forse si parte forse si sta, la calura affligge, la spinta a fare cose belle e interessanti si accende ancora una volta, il bisogno di un palco, la voglia di mostrarsi, e intanto la stanchezza di un anno sulle spalle, ma non ci si può adagiare: bisogna brillare. Valiamo abbastanza per far sentire il nostro ruggito?
Possiamo discutere a lungo: le tematiche tornano perché gli astri le portano, o è la nostra attenzione a focalizzarsi su alcuni aspetti e a “fingere” che c'entrino gli astri? Sono confirmation bias o astrologia?
Non mi interessa poi tanto. La luna, il sole e gli altri astri sono simboli, che come i miei amati tarocchi aspettano solo di essere interpretati. E tutte le interpretazioni si basano sulla nostra conoscenza delle storie e della nostra storia in particolare: un dettaglio ci chiama e noi lo leggiamo, cogliamo l'occasione di riflettere su quell'aspetto, di sbrogliare matasse, di tentare una soluzione se necessaria o tiriamo un sospiro di sollievo e celebriamo le vittorie. È un ciclo infinito, è la bellezza della vita che sempre si rigenera, fino alla fine e oltre.
Il primo di agosto ho celebrato un sabba con una strega che seguo da anni ormai.
Durante l’osservanza ho avuto una serie di illuminazioni riguardo al tema del valore e su come sia tempo che io inizi a salutare una parte di me, che non ha più bisogno di essere così attivata, ma deve trasformarsi (anche questo ha a che fare con il vedere e studiare simboli e ricorrenze).
Per anni - almeno dal 2017 - ho sempre pensato e detto di essere una donna Persefone - dea che rapita alla madre da un dio potente trova poi il modo di esercitare il suo potere personale. Persefone ha a che fare con il sesso, la dipendenza, la vulnerabilità fertile o depressiva, le ombre e ovviamente le melagrane.
I chicchi rossi sono tornati a ogni novembre quando Persefone si inabissa e poi di nuovo in primavera quando saluta il suo (ora) amato e torna in superficie, in quel mare verde che l’attende per punteggiarsi di fiori.
Ora penso che per me sia il tempo di Demetra. È un passaggio complesso, perché implica accettare definitivamente che non sarò mai madre - e accettarlo a livello subconscio non solo cosciente, come faccio ormai da tanto. È una strada da percorrere una volta per tutte, anche perché non ha solo a che fare con la maternità, ma con il prendersi cura in senso più ampio, accogliere se stesse e gli altri.
Ho sentito chiaramente l'archetipo della Madre avanzare e voglio accoglierlo prima di appassire come ragazza insicura, senza essere sbocciata mai nel mio pieno valore.
Può essere immaturo anche restare a mescolare le ombre all'infinito, un'autovittimizzazione che non permette di riconoscere la piena maturità, che non è una parolaccia e non vuol dire che non si possa tenere dentro di sé la gioiosità e freschezza della ragazza.
La Stagione del Leone e questa luna nuova mi spingono anche a recuperare quell’ottimismo e quell’entusiasmo luminoso che ultimamente ho messo un po' da parte. Mi manca l’energia del cuore aperto, giocoso, gioioso, gaudente.
Per questo cercherò durante le mie vacanze, che iniziano oggi - simbolicamente lo stesso giorno del compleanno di mia madre - di aggiungere alla Madre l'archetipo della Donna Selvaggia: dei piedi nudi nell'erba e nel mare, del ballo e del canto, e del riso senza ragioni, ebbro.
Abbandonare le regole, le date, gli appuntamenti, abbandonarsi alle posture stravaccate e scomposte, ai colori buttati sulla pagina senza nessun obiettivo in mente, al corpo che si spoglia e libera, agli abbracci ai baci ai mi piaci.
Smettere di voler fare tutto perfetto, fidarsi delle storie, delle intuizioni, dei simboli, delle imperfezioni.
Arrivederci alla stagione della Vergine, ci penserà lei a rimetterci dritti.